QUALE DOMANI PER IL "MESSAGGERO SARDO", LO STORICO GIORNALE DEGLI EMIGRATI SARDI? SEGNALI INQUIETANTI INTORNO AL SUO FUTURO

la testata del "Messaggero Sardo" portata in giro per il mondo dagli emigrati sardi

la testata del "Messaggero Sardo" portata in giro per il mondo dagli emigrati sardi


di Massimiliano Perlato

 

E’ l’organo d’informazione che più è caro agli emigrati sardi. La Cooperativa Messaggero Sardo, è stata costituita a Cagliari nell’aprile del 1974. E’ composta esclusivamente da giornalisti professionisti e pubblicisti. Dal novembre 1974, ininterrottamente, cura la realizzazione, la stampa e l’invio del mensile Messaggero Sardo agli emigrati sardi nel mondo e alle loro famiglie. Attualmente il giornale viene stampato in circa 75.000 copie che vengono spedite in oltre 74 Paesi. E da qualche tempo, molte nubi si sono addensate sul suo futuro. Sino alla dichiarazione del suo Presidente Gianni De Candia: La Regione per il prossimo anno ha stanziato 300mila euro, per la realizzazione del giornale. Meno della metà dell’anno precedente. A queste condizioni non intendiamo assolutamente partecipare all’asta per il 2011, perché la somma stanziata permetterebbe di allestire solo cinque numeri  snaturando la periodicità e la funzione del mensile. Temo che questa decisione possa significare la fine delle pubblicazioni. La decisione di ridurre il finanziamento è stata presa su proposta dell’assessore del Lavoro, dalla giunta regionale, con il parere favorevole della Consulta, e della Seconda Commissione del Consiglio regionale. Non so se ci sono le condizioni per scongiurare la fine del Messaggero.

Parole forti ed eloquenti che non lasciano spazi e margini alla trattativa. Eppure dalla Regione Sardegna interpellata, arrivano le precisazioni sollecitate. Così l’Assessore al Lavoro Franco Manca: Non intendiamo sospendere la divulgazione del Messaggero Sardo nella sua veste tradizionale su carta. Abbiamo detto, invece, che questo tipo di comunicazione  è superata e appare più opportuno investire verso altre forme di trasmissione, legate soprattutto alle nuove tecnologie. Nessuno disconosce i meriti di questa testata giornalistica: il legame con l’Isola, per molti Sardi emigrati nei cinque continenti, è stato tenuto in vita anche grazie e soprattutto a questo giornale. Tuttavia è giunto il momento di ripensare la comunicazione in questo settore specifico, riducendo il numero di pubblicazioni nel corso dell’anno.

Posizioni diverse fra la cooperativa del Messaggero Sardo e la Regione Sardegna ma, che si prestano a diverse interpretazioni. Eloquenti le parole di Domenico Scala da Zurigo, membro della Consulta dell’Emigrazione:  Si sta prendendo atto, quasi in silenzio, che si vuole  passare ad una edizione ridotta del giornale cartaceo per poi, molto probabilmente e progressivamente ridurlo a giornale elettronico. Sembra che si voglia far piazza pulita di una esperienza positiva che ha accompagnato e animato per tanti anni il mondo dell’emigrazione. Il Messaggero, proprio grazie alla sua edizione cartacea raggiunge proprio tutti, mentre siamo certi che non avverrebbe altrettanto se ci fosse un giornale virtuale. Il giornale concreto è una realtà viva, che passa di mano in mano che può essere letto dappertutto e in tutte le situazioni, ha una agilità e una efficacia che non potrà esser sostituita dalla forma elettronica. Non siamo i soli a pensarla così: infatti tutti i giornali italiani hanno un loro sito e una loro edizione elettronica, ma non ci risulta però che abbiano chiuso la loro edizione cartacea, che, al contrario, è stata aggiornata, migliorata non abolita. Il mensile dei Sardi nel mondo, pertanto, deve vivere nella forma cartacea, come avviene per il resto della stampa italiana e non.   

Un po’ meno disfattista nelle parole, Tonino Mulas, da Milano, Presidente FASI: La funzione del Messaggero Sardo è attualmente insostituibile, riguarda tutti gli emigrati, in particolare quelli che non hanno accesso (per cultura, età, censo) a Internet e che quindi utilizzano lo strumento tradizionale del cartaceo. E’ indispensabile per il futuro avere altri strumenti. Anche se finora, a onor del vero, negli anni passati sono stati spesi tanti soldi con non sempre brillanti risultati. Naturalmente i nuovi strumenti non basta programmarli, bisogna sperimentarli, testarli e fare il bilancio dei risultati concreti cioè di quale “ritorno” hanno. Quanto sono sostitutivi dei vecchi strumenti? In quale percentuale? Solo dopo potremmo operare, per stabilire quale equilibrio fra vecchio e nuovo rispetto alle diverse voci di spesa dell’emigrazione. Teniamo presente che anche i circoli sono a rischio chiusura, non solo per i ritardi burocratici, ma per l’esigua quota dei finanziamenti, per il mantenimento e per le attività. I tagli purtroppo sono previsti in sede di bilancio per l’anno prossimo, noi dobbiamo fare in modo che siano sopportabili. Comunque fare in modo di garantire l’uscita e la funzione del giornale.

L’analisi di Filippo Soggiu, da Pavia, Presidente Emerito della FASI, è più ampia e disegna un quadro della società d’oggi piuttosto nebuloso: sono i segnali della crisi economica che stanno investendo il nostro Paese. E sarà così ancora per tanto tempo: la gente deve prepararsi a tanti sacrifici. Così le nuove generazioni. E in un contesto così ampio e complicato, anche le istituzioni cominciano ad agire di conseguenza. Il taglio delle risorse per il Messaggero Sardo sta nella logica delle cose. Ne soffrirei moltissimo perché sono un sentimentale e il giornale mi ha sempre affiancato in questi anni d’impegno nell’emigrazione sarda. Ma ho anche paura per il futuro dei circoli: gli scenari sono inquietanti e potrebbero anche sparire nel volgere di un decennio.

La crisi economica che investe la Sardegna rimane una problematica che non si può eludere. L’assessore Manca qualche tempo fa lo aveva dichiarato: i “tagli” nascono dall’esigenza, e da una precisa volontà politica, di riorganizzare gli investimenti della Regione nel settore dell’emigrazione, con l’obiettivo di avere le maggiori ricadute possibili. Quattro milioni 500mila euro costituiscono un intervento importante dal punto di vista finanziario ma, trattandosi di soldi pubblici  vanno spesi oculatamente, anche per ottenere i migliori risultati. È nostro desiderio puntare su altre forme di comunicazione che riteniamo più al passo con i tempi. Oltretutto, non è pensabile che la maggior parte dei finanziamenti destinati al Messaggero Sardo sia impegnata nella copertura delle spese di stampa tipografica.

Interessanti anche i pareri di sardi che in giro per il mondo, quotidianamente si adoperano nella promozione dell’isola in sinergia con l’emigrazione organizzata. Giusy Porru, da Parigi, gestisce proprio un blog che parla di Sardegna (casasardegna.canalblog.com): il Messaggero Sardo è stato negli anni scorsi, quando ancora non si aveva la possibilità di leggere le notizie sarde su internet, l’unico strumento per avere delle informazioni sull’Isola.  Lo è ancora per la varietà di argomenti culturali che non si trovano sicuramente nei quotidiani sardi. Si dovrebbe salvare almeno il giornale online, che trovo molto pratico per chi desidera consultare i numeri arretrati o i numeri più recenti. Per chi desidera o non ha la possibilità e l’abitudine di leggere su Internet, si dovrebbero pagare almeno le spese postali per l’invio del formato stampa a casa.  Magari proporre un abbonamento come sostenitori o fedeli lettori. Senza voler farne uno strumento commerciale, sarebbe necessario includere anche qualche pagina pubblicitaria.

D’accordo con questa tesi è anche Alexandra Porcu, vice Presidente del circolo di Berlino e responsabile delle Donne per la Federazione tedesca: Il Messaggero Sardo deve vivere perché è mitico. Pensiamo alle persone anziane che vivono in Messico o in Argentina o chi sa dove che non usano il computer. I tempi per essere indipendenti dalla Regione sono maturi. Bisogna puntare alla pubblicità sul giornale! Chissà quanti fornitori di prodotti sardi, agenzie di viaggio e alberghi sarebbero contenti di portare il loro nome in giro per il mondo.

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2 commenti

  1. Caro Massimiliano,
    grazie…molto interessante anche i commenti degli altri.
    bene, mi fa piacere che sta succedendo qualche cosa.
    ma non si potrebbe fare una raccolta di firme? boh…
    Ps. sono delegata giovani, non donne… ma non fa niente.
    Cari saluti da Berlino, dove avremo l’inaugurazione della mostra, grazie della pubblicità, a presto, Alexandra

  2. Giusy Porru (Parigi - Francia)

    Massimiliano è il solito modesto!
    Nel mio commento avevo suggerito che se proprio dovesse sparire il Messaggero, e a deciderlo ormai non saremo noi emigrati……
    darei i “pochi” soldi alla redazione di TOTTUS in Pari, più completo con i tanti e svariati articoli e compensa altamente il vecchio giornale con le informazioni più importanti per tutti noi sardi nel Mondo!!!!
    Si potrebbe ampliare il sito, dare un minimo di retribuzione al personale o eventuali corrispondenti, e trasformarlo in uno strumento di informazione per gli emigrati e la Sardegna!
    Per questo SI, ci vorrebbe una raccolta di firme
    Ciao buon lavoro a tutti

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