SULLA CIVILTA' ANTICA DEI SHARDANA, NON CI SONO ANCORA DELLE CERTEZZE SCIENTIFICHE

monte d'Accoddi

monte d'Accoddi


di Vitale Scanu

 

       Nonostante le intensissime relazioni commerciali tra le sponde del vicino Oriente e la Sardegna attraverso la civiltà minoica e micenea, i fenici e i greci, non esistono a tutt’oggi citazioni dirette, esplicite, riguardanti la nostra isola, ma solo una sovrabbondanza di “riferimenti” indiretti, i più aderenti dei quali restano le citazioni tante volte ricorrenti nella Bibbia, di Tarsis, dei “re di Tarsis e delle isole” (assonanze con Tharros, con Tirsos…). Ancora, molti studiosi ritengono quasi certo un riferimento alla Sardegna negli sharden (lettere di Amarna, geroglifici, stele di Nora), il gruppo etnico facente parte della coalizione dei “popoli del mare” (gli omerici “pelasgi”) che attorno al 1200 a.C. sciamarono, per ragioni misteriose, in vaste regioni dell’Attica, dell’Anatolia, del vicino Oriente e dell’Egitto, lasciandosi dietro distruzione e paura.

Il dott. Alexis Martin, dell’università californiana di Berkeley, è un’autorità di fama internazionale in fatto di documenti sull’Oriente antico. Questo equivale ad avere, nelle sue parole, le informazioni più aggiornate. Ha lavorato anche in Sardegna, a Nuoro e a Bonorva, con gli archeologi dell’università della California, sotto la direzione di Leonora Gallin, e ha approfondito le datazioni e il percorso commerciale dell’ossidiana verso la Corsica e il sud della Francia. In particolare, per trent’anni ha studiato le fonti linguistiche riguardanti la storia preromana della Sardegna e consultato i documenti del primo medioevo degli archivi giudicali di Oristano, allo scopo di evidenziare forme e parole prelatine della lingua sarda. Al dott. Martin ho posto il quesito a sapere se esistano evidenze dirette ed esplicite riguardanti la Sardegna nei documenti delle antiche civiltà del vicino Oriente. Così mi ha risposto.

“In riferimento a fonti scritte dell’antico Oriente, mi devo limitare a darle un aiuto solo sui testi cuneiformi, perché non sono uno specialista su documenti egizi. La mia specializzazione è sulle fonti cuneiformi mediorientali e anatoliche. Queste fonti includono quelle urrite e ittite (luvian areas), quelle dei testi cuneiformi provenienti da Ugarit e quelle più recenti di Ebla. Se informazioni riguardanti la Sardegna verranno alla luce, dobbiamo presumere logicamente che esse proverranno da tali fonti.

Al momento, l’unica evidenza che lega queste zone orientali al Mediterraneo occidentale è solo indiretta, e riguarda analogie linguistiche (parole mutuate da tali lingue, toponimi) e stilistiche (archeologiche, analogie strutturali, artistiche, sepolcrali…). Finora non si sono trovate in queste fonti cuneiformi riferimenti diretti alle isole del Mediterraneo. Tuttavia la ricerca continua.

La serie degli idronimici (nomi riferentisi all’acqua) elencati anni or sono da Leopold Wagner nel suo noto Dizionario della lingua sarda e nel suo libro La lingua sarda, oggi dev’essere ampliata a includere un gran numero di similari idronimici e parole omologhe urrite e del proto-orientale caucasico di recente indagato, che da molti specialisti è la famiglia alla quale verosimilmente appartiene la lingua urrita. Il parallelo che si scopre tra gli elementi del sardo e quelli urriti-caucasici sono impressionanti nella loro trasparenza. Secondo me, l’analisi della loro struttura morfemica dimostra che la somiglianza non è da attribuire a semplice coincidenza. Questa concordanza tra toponimi di attinenza idronimica e tante parole che Wagner sottolinea nella lingua dei Sardi suggeriscono un legame… con le regioni levantine degli Urriti e di Ugarit (sulla costa libanese dirimpetto a Cipro). Da non dimenticare i riferimenti indiretti, geografici e storici, ai grandi porti di Oristano (Tharros) e Bosa, nella costa occidentale della Sardegna, che figurano tra i più importanti del mondo antico, nei quali le navi provenienti dall’Oriente e dirette alle coste metallifere della Spagna hanno fatto tappa per almeno quattromila anni. Il grande porto e la città di Ugarit erano tra i maggiori centri di lingua urrita durante il periodo dei mitanni. Ambedue le lingue semitiche, l’ugaritico e l’urritico, hanno evidentemente viaggiato con gli uomini del mare provenienti da Ugarit. Le tavolette di Ugarit indicano che le lingue del Mediterraneo erano parlate anche dai mercanti e commercianti dell’occidente”.

Di questi interscambi culturali e linguistici con le civiltà del vicino Oriente potrebbe essere un esempio icastico la nota struttura del monte d’Accoddi, unico monumento in occidente che ci parla nel linguaggio delle ziqqurat di Ur (2550 a.C.). I casi sono due: o genti sarde sono emigrate attorno al IV millennio a.C. in Mesopotamia, o genti mesopotamiche sono arrivate in quei tempi remoti fino in Sardegna, talmente implicito, atipico ed esclusivo è il concetto architettonico e cultuale che presiede alla costruzione pre-nuragica del monte d’Accoddi.

“Shardana: i popoli del mare” e “I principi di Dan”. Già alla loro uscita (rispettivamente 2002 e 2006) i libri di Melis suscitarono interesse. Anch’io li ho letti con grande curiosità. Però mi permisi di notare, ancora nel 2002, che un conto è enumerare assonanze di nomi, parallelismi culturali, somiglianze artistiche impressionanti, indizi glottologici, elementi mitologici… nel trattare una materia tanto remota e opinabile qual è il campo della preistoria e della protostoria della Sardegna, e altro è la realtà accertata con metodo scientifico. Restano semplici ipotesi, solo indizi, anche se di grande valore probativo. Oltretutto, osservavo, nelle citazioni mancano spesso i nomi degli autori o i luoghi delle opere citate… che rendono le pur meritevoli opere del Melis alquanto malferme scientificamente, pur solleticando molto l’orgoglio sardo. Sembra di leggere pezze d’appoggio ottative per una tesi precostituita: vedi l’addomesticamento di passi scritturali che costituiscono grossa difficoltà esegetica perfino per gli esperti biblici. Vengono in mente le famigerate Carte di Arborea, con il loro corteo di figuracce storiche, del ridicolo disastroso rimediato dagli storici sardi e delle smentite umilianti.

 

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Un commento

  1. Questi commenti fatti dall’autore di questo articolo sono interessanti. Ma poco attendibili per il semplice fatto che Melis ha girato i luoghi e i siti archeo del mondo alla ricerca di documenti sui Popoli del Mare e sui shardana. L’autore di questo articolo non risulta essere autore di SAGGI, ma di ROMANZI… non sarà un poco avventato?
    Kum Salude leonardo Melis

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