Costantino Nivola a 360 gradi: la straordinaria vita del grande scultore di Orani



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Costantino Nivola, nasce a Orani, il 5 luglio del 1911. La sua è una famiglia povera. Il padre, Nicola, è muratore. La madre, Giovanna Mele, casalinga. Fin da bambino aiuta il genitore nelle sue fatiche quotidiane. La frequentazione giornaliera dei cantieri edili gli consente di apprendere i primi rudimenti dell’antica arte de sos mastros de muru. Un’esperienza che gli tornerà utilissima quando dovrà progettare le grandi opere scultoree. Nel 1926, il pittore Mario Delitala, anche lui di Orani, lo nota durante un suo soggiorno in paese mentre, con una pietra, disegna su un muro la figura di un animale. È questo l’incontro che avrà un peso determinante nella vita e nella carriera artistica di Titinu, come lo chiamano in paese. Delitala propone ai genitori di assumere il figlio come suo assistente di studio a Sassari. Il padre, Nicola Nivola, è restio. Soltanto dopo le insistenze della moglie si decide a lasciar partire Titinu a Sassari. Accanto al maestro, Nivola impara a dipingere. Comincia ad usare pennelli e colori, seguendo lo stile del grande pittore oranese. Delitala, che ha colto da subito lo straordinario talento del ragazzo, lo riprende: “Tu non devi dipingere come me, devi trovare un tuo modo di lavorare”. Lezione durissima: solo dopo una lunga riflessione, Costantino la metabolizza. Da quel momento smetterà di disegnare scene campestri: pastori e contadini, pecore e messi spariranno dalla sua produzione. Nel 1931, Titino torna ad Orani. Attraversa un periodo difficile. Non è più muratore, vorrebbe diventare un artista, ma la strada è ancora lunga. A soccorrerlo arriva un’opportunità offerta da Consiglio dell’Economia di Nuoro: un concorso per una borsa di studio che consentirà ai primi classificati di frequentare l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Monza (I.S.I.A.). Costantino Nivola partecipa e vince. Dalla Sardegna si trasferisce nella Penisola: un “salto” che gli aprirà le porte di un mondo nuovo e gli consentirà di confrontarsi con esperienze e culture diverse. Nel 1934, conosce Ruth Guggenheim, ebrea tedesca, anche lei studentessa dell’ISIA. Quattro anni dopo diventerà sua moglie. Nel 1935, Nivola si diploma in Belle Arti. L’anno successivo realizza pannelli murali per la Triennale di Milano.
Nel 1937, diventa direttore dell’ufficio grafico della Olivetti. Cura la pubblicità aziendale. Allestisce gli spazi espositivi nella Galleria di Milano. Le vetrine diventano un’attrazione e vengono seguite con grande interesse dall’ambiente culturale milanese. Nel 1938, a causa delle persecuzioni antisemite, si rifugia a Parigi con la moglie e i suoceri. Nella capitale francese lavora, per otto mesi, come disegnatore free-lance. L’anno successivo, dopo l’invasione nazista della Francia, parte per gli Stati Uniti e approda a New York. In America, dopo un iniziale periodo di ristrettezze, entra in contatto con gli artisti di nuova generazione, conosce famosi architetti e fotografi. Nel 1940 diventa direttore della rivista di architettura Interiors and Industrial Design. Manterrà l’incarico fino al 1946. È negli States che ottiene la consacrazione come artista. Progetta ed esegue opere in tantissime città americane, inventa la tecnica del sand-casting, la colata di cemento nella sabbia. Una produzione per la quale ottiene riconoscimenti in tutto il Mondo. Le sue opere vengono esposte in America, in Europa e in Italia. Negli Stati Uniti, insegna per diversi anni nelle università di Harvard, Columbia e Berkeley. Nel 1958, torna a Orani per realizzare la tomba di famiglia. Nell’occasione allestisce una mostra all’aperto delle sue opere. La risposta dei compaesani è entusiastica. Da quel momento i contatti con la Sardegna si faranno sempre più frequenti. Nell’isola otterrà diversi importanti incarichi. Tra questi, il progetto per la piazza dedicata al poeta Sebastianno Satta a Nuoro (1966) e la realizzazione di una serie di sculture per la sede del nuovo Consiglio Regionale (1985). Muore a Long Island il 6 maggio del 1988, all’età di 77 anni.

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Un commento

  1. Maria Grazia Sussarellu

    non si legge NIENTE ma come fate a scrivere in giallo?
    NON HO MAI VISTO UNA COSA SIMILE.

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