Al "Su Nuraghe" di Parabiago, incontro su Eleonora d'Arborea

di Paolo Pulina (nella foto: Piero Ledda, Francesca Pitzalis, Salvatore Tola e Paolo Pulina)

 

Ottimo successo di pubblico, per l’incontro  in omaggio a  Eleonora d’Arborea giudicessa  di Sardegna  intitolato " La Carta  de Logu e la civiltà sarda", organizzato presso la sede sociale, dal Circolo dei sardi "Su Nuraghe" di Canegrate-Parabiago, in collaborazione con la Regione Sardegna-Assessorato del Lavoro e con la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI). Eleonora d’Arborea, da tutti ricordata come la "giudicessa", nacque in Catalogna intorno al 1340 da Mariano de Bas-Serra e da Timbra di Roccabertì ed ebbe due fratelli, Ugone e Beatrice. La sua vita si svolse in Sardegna,  dove nel 1347 il padre Mariano venne nominato giudice dalla Corona de Logu, assemblea dei notabili, prelati e funzionari delle città e dei villaggi dell’isola. Prima della morte del padre, Eleonora aveva sposato Brancaleone Doria:  fu un matrimonio dettato dall’esigenza di creare un’alleanza tra gli Arborea e i Doria da contrapporre agli Aragonesi. Dal matrimonio nacquero due figli: Federico e Mariano. Donna di nobile lignaggio, dal carattere energico, fu protagonista di un coraggioso tentativo di difesa dell’autonomia del suo giudicato basato su una capacità carismatica di suscitare l’entusiasmo del popolo, di cui divenne trascinatrice e condottiera. La Carta de Logu, emanata da Eleonora d’Arborea e redatta in volgare sardo, è riconosciuta dalla storiografia come uno dei più importanti statuti italiani del Trecento. Riguarda il diritto e la procedura criminale, i rapporti agrari e vari aspetti della vita civile ed economica ma soprattutto regola le consuetudini rurali della Sardegna, quali la difesa dei campi coltivati dallo sconfinamento del bestiame, gli ordinamentos de fogu, la responsabilità collettiva della comunità per i delitti commessi nel territorio del villaggio, i modi di conduzione della terra e del bestiame. Dopo i saluti della presidente del Circolo, Maria Francesca Pitzalis, e l’introduzione del coordinatore Piero Ledda, responsabile culturale del circolo sardo, Salvatore Tola, pubblicista, studioso della cultura sarda, ha inquadrato la Carta de Logu dal punto di vista storico, da quello giuridico e sotto il profilo linguistico. L’analisi approfondita di Tola non ha come retroterra la semplice lettura dell’opera ma la traduzione in italiano procurata per l’edizione inserita nella collana dei volumi (diretta da Manlio Brigaglia) usciti in allegato al quotidiano di Sassari "La Nuova Sardegna" (il giornale ha messo gentilmente a disposizione del Circolo alcune copie del libro). Il giornalista Paolo Pulina, responsabile Comunicazione F.A.S.I (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), si è soffermato  sulla mitografia costruita intorno a un personaggio storico ma anche leggendario come Eleonora d’Arborea, prendendo come spunto l’immane poema epico (undici cantigos, 1889 ottave) scritto da "su dottore Franciscu Dore de Posada" e intitolato "Su triunfu d’Eleonora d’Arborea o siat su mundu, s’umanidade, su progressu: poema epicu in ottava rima" (1910), citato anche da Grazia Deledda  nel romanzo "La via del male".  Pulina ha quindi riferito su  due testi teatrali dedicati alla  figura e alle vicende di Eleonora d’Arborea scritti da due autori sardi nella seconda metà del Novecento. Queste due  opere teatrali hanno avuto un destino comune: non avere mai avuto una realizzazione scenica. Si tratta di "Eleonora la giudicessa" di Marcello Serra, testo scritto nel 1953 e pubblicato nel 1975  dallEditrice Sarda Fossataro di Cagliari in un volume contenente anche un ritratto di Eleonora e 12 tavole "sceniche" di Dino Fantini; e di  "Eleonora d’Arborea: racconto drammatico in quattro atti" di Giuseppe Dessì, uscito presso Mondadori nella collana dei "Quaderni dei narratori italiani" nel 1964 e ripubblicato  nel 1995 dalla Edes di Sassari in un’edizione ricchissima di documentazione, recante  introduzione e commento a cura di Nicola Tanda. Tra gli uditori della conferenza non solo soci (tanti da riempire la sala) del circolo sardo di Canegrate-Parabiago e rappresentanti dei circoli della Lombardia (Bergamo, Magenta, Peschiera Borromeo, Vigevano) ma anche autorità locali (il sindaco di Parabiago Olindo Garavaglia e l’assessore alla cultura del Comune di Nerviano Girolamo Alfredo Franceschini). La FASI era rappresentata dal coordinatore della Circoscrizione Lombardia Antonello Argiolas.

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Un commento

  1. Piero Ledda - Parabiago (MI)

    Massimiliano, Grazie mille anche da parte di tutti i soci del circolo

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