Riscoprire Ennio Porrino, il maggior compositore sardo con l'opera "I Shardana"

di Giovanni Masala

 

«Nella musica di Porrino la Sardegna possiede ben più che un insieme di note musicali; la musica di Porrino assicura per sempre alla sua terra, depositaria del grande tesoro, una voce in capitolo nella grande scena del mondo» (F. Karlinger).

Pochi sanno che Ennio Porrino è il maggiore compositore che la nostra isola abbia espresso. Innumerevoli sono le vie e le piazze che portano il suo nome, ma pochi sanno chi egli fosse veramente. Questo processo di riscoperta raggiungerà il suo apice il 14 e il 16 gennaio 2010, date in cui il Teatro Lirico di Cagliari riproporrà al pubblico la grande opera lirica I Shardana, che 50 anni fa ottenne un enorme successo al Teatro San Carlo di Cagliari (21 marzo 1950) e al Teatro Massimo di Cagliari (18 marzo 1960). Nato a Cagliari nel 1910 e morto improvvisamente a Roma nel 1959 a soli quarantanove anni, Ennio Porrino rappresenta indubbiamente una figura di primissimo piano nel mondo componistico del nostro paese e sicuramente la più grande della Sardegna. Ancora ventenne si afferma con la lirica Traccas (su versi di Sebastiano Satta) nel concorso nazionale La Bella Canzone Italiana. Segue una strepitosa carriera il cui apice è sicuramente costituito dalla prima rappresentazione assoluta de I Shardana al Teatro San Carlo di Napoli; la sua morte improvvisa è di circa sette mesi più tardi. L’autorevole enciclopedia musicale tedesca Die Musik in Geschichte und Gegenwart riporta che «la grande opera I Shardana fu accolta dalla critica come "la più importante opera lirica composta in Italia in questo dopoguerra"» (Felix Karlinger, 1962). Ed effettivamente, all’indomani della rappresentazione sancarliana del 21 marzo 1959 le critiche sono eccezionalmente positive. Sia riviste specializzate che quotidiani attribuiscono a I Shardana tanti meriti e uno soprattutto unanime: la capacità dell’artista di coniugare magistralmente l’antica e gloriosa storia sarda con la musica classica moderna, attingendo nel contempo alla musica tradizionale dell’isola mediterranea. Il 18 marzo del 1960 I Shardana verrà rappresentata, in occasione della commemorazione del compositore, al Teatro Massimo di Cagliari, e riscuoterà anche nella capitale sarda un grandissimo successo; dopo, il silenzio… Era la prima e l’ultima volta che la cultura nuragica andava in scena! Non va dimenticato inoltre, che all’epoca della rappresentazione de I Shardana Porrino ricopriva ormai dal 1951 l’incarico di professore ordinario di composizione al Conservatorio romano di Santa Cecilia a cui si aggiunse, dal 1956, anche quello di Direttore del Conservatorio Giovanni Pierluigi da Palestrina di Cagliari e di Direttore Artistico dell’Ente Lirico e dell’Istituzione dei Concerti. All’estero il compositore sardo era già noto da tempo, in modo particolare grazie alle sue opere sinfoniche Sardegna e Nuraghi, eseguite più volte sia in Europa che negli Stati Uniti, e in numerose occasioni dirette dal celebre Leopold Stokowski, che in una lettera inviata a Porrino da New York il 5 gennaio del 1950 così si esprime poche settimane dopo l’esecuzione di Sardegna del novembre 1949 alla Carnegie Hall con la New York Philarmonic: <<Caro Signor Porrino, da quando diressi la Vostra Sardegna sono stato terribilmente occupato per il mio lavoro. Ho sempre desiderato scrivervi, ma non volevo scrivervi di premura con molte altre cose in mente. Oggi finalmente sono, per quanto sempre occupato, abbastanza quieto. Secondo la mia opinione la vostra Sardegna è una grande musica e nello stesso tempo un’intensa espressione del sentimento della vera vita di Sardegna. Sebbene non sia mai stato là, mi pare di conoscere il paese e sono impaziente di poterci andare. Il vostro «poema sinfonico» esprime molto eloquentemente il sentimento e la vita, talvolta violentemente agitata. Altre volte la gaiezza di una festa o la danza all’aperto. Fui profondamente impressionato dalla qualità primitiva improvvisamente riscontrata a pagina 14 e 15 dello spartito e dall’agitazione che comincia a pagina 26. La pace pastorale che comincia a pagina 29 è un contrasto magnifico con quanto precede. A pagina 42/47 ho avuto soltanto le viole che suonavano con il solo basso e flauto. Questo sembrò dare un bilancio perfetto e chiarezza. Il suono delle campane lontane alla fine fu molto tranquillo. L’insieme è eseguito con poesia e l’atmosfera romantica di un’isola antica. L’orchestra, il pubblico ed io eravamo tutti commossi profondamente per la forza emotiva del pezzo>>. Sull’Unione Sarda del 16 luglio scorso leggiamo con piacere che <<A caratterizzare la stagione concertistica 2009-2010 sarà Ennio Porrino, di cui si celebra il centenario della nascita (10 gennaio 1910) e il cinquantenario della morte (25 settembre 1959). Il 14 e il 16 gennaio verrà eseguito in forma semiscenica (regia di Marco Catena) il suo dramma musicale in tre atti I Shardana: Gli uomini dei Nuraghi. A dirigere coro e orchestra di casa sarà Anthony Bramall. Tra i protagonisti Giorgio Surian, Chiara Taigi (in questi giorni Aida nel secondo cast) e il nostro Gianluca Floris (Perdu). Ancora Porrino ( Sardegna ) insieme al suo maestro Respighi (Pini di Roma) nella serata del 12 febbraio. Sul podio Maurizio Benini, al violino Julian Rachlin>> (L’Unione Sarda, 16 luglio 2009). Meglio tardi che mai! A chent’annos Ennio!

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