Il gruppo teatro del "Radici Sarde" di Sant'Isidro (Buenos Aires): l'opera "Gris de Ausencia"

di Pablo Fernandez Pira

 

"L’assenza é di colore grigio…quando uno é costretto ad andarsene lascia dietro di sé il suo negativo, la sua ombra, ma gli rimane sotto la pelle, ovunque vada, il colore grigio. Ognuno di noi porta con sé questo colore, costretto nella propria vita ad esiliarsi da un tempo, da un luogo, da un’altro essere…"

Il gruppo di teatro del Circolo "Radici Sarde" di San Isidro – Buenos Aires, che é stato costituito nel 2006, ha rappresentato quest’anno "Gris de ausencia" di Roberto Cossa; adattamento e regia di Griselda Lound e Juan Merello. L’idea é stata quella di realizzare questa bella opera teatrale argentina in chiave sarda. "Gris de ausencia" (Grigio d’assenza) data del 1981. Nella stessa, Cossa propone il tradizionale problema dell’emigrazione mostrando gli emigrati di rientro al proprio Paese d’origine, al quale non possono sentire come proprio. Allora si produce la ricerca dell’identitá persa in questo doppio processo di sradicamento.

Dopo di vivere 40 anni in Argentina, la famiglia ritorna in Sardegna: il sogno di emigrare é finito. Allora, cosí come le trattorie di genovesi e napoletani marcarono l’inizio di Buenos Aires, questa famiglia decide di installare a Cagliari una trattoria: L’Argentina. Alla trattoria fanno piatti tipici argentini, vestiti di "gauchos", e il nonno tenta di interpretare alcuni "tangos" con il suo bandoneone. La lingua come fattore di "incomunicazione" é presente durante tutta l’opera. Chilo ha bisogno di afferrarsi ai riti giornalieri per non perdere la sua identitá di "porteño – argentino" di Buenos Aires. Sua sorella Diana, la sua cognata Lucia e la nonna conservano il dialetto "sardo-argentino" che non fa altro che "incomunicare" con i nipoti Frida e Martin, installati a sua volta a Madrid e a Londra. In questo clima di isolamento e solitudine in cui il "mate" (la tradizionale bevanda argentina) sembra di essere l’unico elemento d’unione; non solo la lingua genera incomunicazione, ma anche la mancanza di un passato comune: i ricordi cominciano a perdersi per il tempo e la distanza fino a che ad un tratto, si confondono i posti e le situazioni. Frida prepara il suo rientro a Madrid, generando tristezza in sua madre Lucia, che vorrebbe che rimanesse a Cagliari con la famiglia.

Diana lotta per sostener la trattoria, rispondendo al telefono ed ha sempre un sorriso per i numerosi clienti che vogliono assaggiare i "piatti tipici argentini". Ricordando il quartiere della Boca, Chilo dimentica il nome del "Riachuelo" (la foce del fiume de La Plata). I ricordi si perdono e si confondono: cade allore la maschera di una identitá que ha sempre sentito valida e sicura. A questo punto, indosserá il "poncho" e comincerá a parlare con i clienti della trattoria in perfetto italiano, mentre il nonno sintetizzerá nel monologo finale la profonda problematica dell’emigrante, i sogni e le perdite. La opera é movilizzante, é una costante sfida ai ricordi, alle presenze e alle assenze. Siamo ad un tratto a San Isidro, a Sardegna e a "Piazza di Maggio", evocando dati storici confusi dei due Paesi.

I personaggi:

Il nonno é stato portato avanti da Pietro Pintus, un "nonno" con maiuscola: nella sua seconda interpretazione presso la Compagnia Radici Sarde, ha generato calde emozioni ed applausi portandoci dal ridere alla emozione e la felicitá in una perfetta interpretazione.

La nonna: Iris Madau, con eccellenti doti per la commedia.

Chilo: Pablo Fernández Pira ha presentato una caratterizzazione di grande rilievo.

Frida: Magalí Misses Serra:un personaggio di lusso con giovanile grazia spagnola.

Lucia: Claudia Chirra:ci ha fatto sentire il dolore della lite con i figli che scappano via.

Diana: Pina Carzedda é chissa il personaggio piú grazioso ed il "trade union".

La scenografia a carico di María José Altamiranda Madau ha evocato una vera trattoria a Cagliari con ovviamente le bandiere davanti a tutto. Enrique Bonzón ha avuto il lavoro di registrare i tangos "Gris de Ausencia" e "La cumparsita" e di essere in cabina di regia a carico delle luci e dei suoni.

La regia di Griselda Lound e Juan Merello Coga, é stata realizzata con professionalismo e con l’amicizia che si é generata in questa vera famiglia sardo-argentina nella quale é diventato il Circolo "Radici Sarde".

Un gruppo ormai di seconda e terza generazione di sardi che sentono intatta la sarditá e che continuano a portare in alto la cultura e l’identitá della nostra isola in questa bella zona del Nord della provincia di Buenos Aires: il Comune di San Isidro.

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