La "Cavalcata Sarda" a Sassari: 60 anni di estrema bellezza

di Mariella Cortès

 

Passano gli anni, Sessanta per la precisione, ma la Cavalcata Sarda non smentisce mai le famose parole della regina Margherita confermandosi ancora una volta come "festa della bellezza". Sono stati moltissimi i visi giovani di questa edizione, dai bambini agli adolescenti che, freschi di barbiere, indossavano il costume tipico o si esibivano sui cavalli sino ai tamburini di Cabras; le ragazze fresche e solari sorridono sotto i pesanti scialli e le temperature proibitive. Ed è fortissimo in questa esplosione di colori, dialetti e suoni, l’amore per la tradizione e per quei costumi tanto diversi tra loro che s’incontrano in un unico percorso.  Eccoli i mille volti di una sfilata che non si ripete mai uguale negli anni. Sono i dettagli, i particolari, i colori ma soprattutto i visi, le espressioni simbolo di una sardità mostrata senza esitazioni. Bambini, timide ragazze che sorridono frastornate agli obiettivi, anziane abbondanti nei loro corpetti che offrono dolci agli spettatori e ragazzi che ammiccano. E’ questa la vera Cavalcata Sarda.  Quella dei costumi e dei sorrisi, dei visi, delle gonne e dei pantaloni in fustagno che si poggiano sui cavalli. Questo anno la kermesse ha superato se stessa con ben 60 gruppi provenienti da 58 paesi, 300 cavalli per un  totale di tremila figuranti in costume. Il percorso è rimasto quello dello scorso anno: 1.400 metri da Via Asproni a Via Manno passando per una Piazza d’Italia traboccante di autorità. Affianco al soddisfatto padrone di casa, il sindaco Gianfranco Ganau c’erano la presidente della provincia Alessandra Giudici, il prefetto Marcello Fulvi, il comandante della Guardia di Finanza Giovanni Casadidio, i parlamentari Piero Testoni ( Pdl ) e Guido Melis, gli assessori regionali al turismo, Bastianino Sannittu, alla Cultura, Lucia Baire, la soprintendente ai beni artistici ed etnoantropologici della Sardegna Lucia Arbace ma anche Rita borsellino ( Pd), Franco Cuccureddu ( Autonomie) e Bruno Dettori ( Pd).
Novantamila euro spesi per l’efficace pubblicità istituzionale e grandissimo interesse da parte di turisti e tv straniere che hanno approfittato dei voli low cost.  Questa è stata di sicuro la Cavalcata più puntuale di sempre e, come ribadito in conferenza stampa, miracolosamente alle 13.30 gli ultimi gruppi a cavallo salutavano i tantissimi presenti per dar loro appuntamento allo spettacolo delle pariglie nell’ippodromo.
Ad aprire la sfilata, subito dopo il gremio dei Massai di Sassari,  è stato il gruppo ospite di questo anno la "Lothian & Borners police pipe band" di Edimburgo che con le sue cornamuse ha offerto un’apertura da brivido seguita dalle piccole filarmoniche del gruppo folk "Sassari". Il colore dei costumi si interrompeva a tratti per lasciar spazio ai ritmi ancestrali delle antiche maschere della Sardegna che con i loro riti di matrice pre cristiana oltrepassano i confini internazionali: i Mamutzones de Samugheo con le teste di capra sormontate da corna lunghissime; i volti neri dei Boes e merdules di Ottana e i famosissimi Mamuthones e Isohhadores" di Mamoiada che come segno di buon auspicio hanno preso al lazzo sindaco e la presidente della provincia. Poi i balli e i canti che intervallavano la sfilata  di carri, costumi e ornamenti caratteristici del luogo di provenienza: dalle reti da pesca dei coloratissimi pescatori di Cabras all’austerità bicroma delle donne di Tempio passando per quelle di Oliena che facevano bella mostra della tipica collana di corallo detta sa gutturada, le fisarmoniche di Atzara e i dolci tipici del campidano. A corredo della manifestazioni ben tre per questa edizione le serate musicali. Il suggestivo scenario di Monte d’Accoddi, l’altare prenuragico a pochi passi dalla città, ha accolto nella sera di venerdì le prodigiose launeddas del maestro Luigi Lai, le antiche voci dei Tenores di Bitti e l’armonia delle donne del coro di Dorgali, elegantissime nei loro abiti neri e arancio il loro gioiello tradizionale. La serata presentata da Giuliano Marongiu ha vantato un vasto pubblico che ha seguito l’intero spettacolo mentre il sole tramontava sulla ziqqurat. La serata di anticipazione della cavalcata ha accolto invece in una affollatissima piazza d’Italia i balli e le voci della tradizione travolgendo gli spettatori che si sono lasciati trascinare dal suono degli organetti. A chiudere ufficialmente la cavalcata e a rinnovare l’invito per la prossima edizione è stato ancora Giuliano Marongiu che ha presentato nel corso della serata conclusiva, la vera star di questa edizione, il prodigioso ballerino di Serdiana: Ziu Borriccu Spada, che a 102 anni continua a dimenarsi nei passi della "Sciampitta" con il gruppo folk Santa Sibiola di Serdiana. L’appuntamento con la Cavalcata divenne annuale dal 1951, anno in cui Sergio Costa, allora presidente dell’Ente provinciale per il turismo, ripropose l’antica tradizione isolana di raccogliere in una sfilata le diverse e variegate realtà della Sardegna. Ma l’evento non era nuovo alla città di Sassari che già nel 1711 organizzò una sfilata in occasione della visita di Filippo V, sovrano di Spagna. Si  sfilò anche per celebrare il trionfale ingresso di Giovanni Maria Angioy dopo i moti antifeudali e nel 1899 quando Umberto I di Savoia vide la prima cavalcata moderna. Fu questo il vero evento storico perché in tale occasione venne inaugurato il monumento a Vittorio Emanuele in Piazza d’Italia e la regina Margherita proprio in tale occasione, rimanendo estasiata dall’eleganza delle donne in costume, non esitò a definire l’evento " festa della bellezza"  e le donne "regine". L’ultima cavalcata occasionale fu invece quella cui assistettero Vittorio Emanuele III e la regina Elena.
In occasione dei 60 anni della cavalcata che coincidono con la celebrazione dei 100 anni della morte dell’eclettico Enrico Costa, l’amministrazione comunale ha distribuito una ristampa anastatica del volume "Esposizione di Costumi Sardi", edito da Dessì e contenente un’attenta e sottile descrizione del Costa della sfilata in onore di Umberto I. Non sembra un caso che quella del 2009 sia stata non sono un’edizione di particolare successo, ma caratterizzata dalla puntualità e dalla partecipazione di un folto pubblico locale e straniero. E’ interessante guardare al passato e leggere quanto accadde nel 1889 quando, scrive il Costa: "la riuscita dell’Esposizione dei costumi sardi ebbe un successo che sorpassò ogni aspettativa: un vero trionfo che rilevato con articoli entusiastici e di plauso da tutti i principali giornali dell’Italia e da parecchi della Francia, la maggior parte dei quale aveva mandato i loro rappresentanti nell’Isola. I Sovrani furono soddisfatissimi dello spettacolo a cui assistettero, né cessarono dal lodarlo e dal dichiarare ch’era tornato loro gradito, quanto nuovo e inaspettato".

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

2 commenti

  1. Mariella Cortès (Sassari)

    Grazie Max… grazie di cuore davvero!

  2. MARRAS GIULIANA

    CIAO SONO SARDA SONO PARTITA DA LA SARDEGNA PERCHE NO CERA PIU LAVORO IN QUELO TEMPO ANNI 1955 OGGI SONO IN FRANCIA A LYON MA IO AMO SEMPRE LA MIA TERRA LA SARDEGNA QUANDO POSSO VENGO SEMPRE A RITROVARE LA MIA TERRA NATALE MI PIACE TUTTO IN SARDEGNA QUANDO PARTO PIANGO SEMPRE AMO TUTTI I SARDI LA CAVALCATA SARDA TROPE BELLE EMMOZIONANTE CIOA A L/ANNO PROSIMO M G

Rispondi a MARRAS GIULIANA Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *