La festa a Cornaredo (MI) dal 21 al 31 maggio del circolo "Nazzari" di Bareggio
ci riferisce Franco Saddi
Una risposta a “La festa a Cornaredo (MI) dal 21 al 31 maggio del circolo "Nazzari" di Bareggio”
Da quanto tempo che non passavo da queste parti… E fra tutte le novità ho visto quella più importante: faccio tantissimi Auguri ai novelli sposi, anche se non li conosco. Di rientro da Sassari,(dove studio), ho fatto un incontro interessante con un simpatico ‘vecchietto’ che entrato in pullman ha esordito dicendo, rigorosamente in logudorese: – io la lingua italiana non la capisco. Quando rientro in Sardegna parlo solo sardo. E quello che mi dispiace di più è che i giovani mi rispondono in italiano. –
Il signore era appena sbarcato da Porto Torres, e rientrava a Ozieri, da Milano, dove vive. Io mi trovavo molto vicina alle sue idee, e forse perché mi ha visto interessata a ciò che diceva, mi ha raccontato la sua storia e i motivi per i quali è dovuto emigrare. Operaio di fabbrica in pensione, ma coltissimo. Si alzava alle 5 del mattino pur di riuscire a leggere il giornale, prima di iniziare a lavorare. Spesso ripeteva: – Il tempo per leggere non manca mai!’Gli ho chiesto che differenze ha trovato, trasferendosi. E ahimé non ha emanato giudizi molto lusinghieri nei confronti dei conterranei. Insomma in breve mi ha dettto che noi giovani non ci facciamo nulla in Sardegna, che dobbiamo emigrare e che se emigriamo sicuramente non torniamo. Gli ho detto: – Ma non ha nostalgia? –
Mi ha risposto,(sempre tutto in sardo):- E che nostalgia?! Io c’ero anche 15 giorni fa qui. Rientro molto spesso!-
E con un sorriso l’ho salutato perché arrivata a destinazione.
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Da quanto tempo che non passavo da queste parti… E fra tutte le novità ho visto quella più importante: faccio tantissimi Auguri ai novelli sposi, anche se non li conosco. Di rientro da Sassari,(dove studio), ho fatto un incontro interessante con un simpatico ‘vecchietto’ che entrato in pullman ha esordito dicendo, rigorosamente in logudorese: – io la lingua italiana non la capisco. Quando rientro in Sardegna parlo solo sardo. E quello che mi dispiace di più è che i giovani mi rispondono in italiano. –
Il signore era appena sbarcato da Porto Torres, e rientrava a Ozieri, da Milano, dove vive. Io mi trovavo molto vicina alle sue idee, e forse perché mi ha visto interessata a ciò che diceva, mi ha raccontato la sua storia e i motivi per i quali è dovuto emigrare. Operaio di fabbrica in pensione, ma coltissimo. Si alzava alle 5 del mattino pur di riuscire a leggere il giornale, prima di iniziare a lavorare. Spesso ripeteva: – Il tempo per leggere non manca mai!’Gli ho chiesto che differenze ha trovato, trasferendosi. E ahimé non ha emanato giudizi molto lusinghieri nei confronti dei conterranei. Insomma in breve mi ha dettto che noi giovani non ci facciamo nulla in Sardegna, che dobbiamo emigrare e che se emigriamo sicuramente non torniamo. Gli ho detto: – Ma non ha nostalgia? –
Mi ha risposto,(sempre tutto in sardo):- E che nostalgia?! Io c’ero anche 15 giorni fa qui. Rientro molto spesso!-
E con un sorriso l’ho salutato perché arrivata a destinazione.
Un saluto a tutti dal Goceano.