di Marco Murgia
Tra «esportare il modello La Maddalena per la ricostruzione in Abruzzo» di qualche giorno fa e decidere di spostare direttamente il G8 a L’Aquila c’è lo spazio di una settimana. Tra buttare lì la proposta, pochi minuti dopo l’inizio del Consiglio dei ministri nel capoluogo abruzzese, e convincere tutta la squadra servono poco più di due ore: nonostante le titubanze iniziali di diversi esponenti del suo governo. Per far cambiare idea a Ugo Cappellacci, a Silvio Berlusconi basta una telefonata nel pomeriggio. Il presidente della Regione passa dal disappunto della mattina alle «soluzioni intermedie» dell’ora di pranzo, sino ad arrivare in serata a esprimere orgoglio per la solidarietà di cui è capace la Sardegna. Il fatto che lui con la decisione c’entri meno di niente, sarà l’ultimo a sapere, a quel punto è già un dettaglio: ma anche il definitivo segnale di quanto il Cavaliere abbia a cuore l’isola al di là della campagna elettorale.
Dunque «è deciso: il G8 si farà a L’Aquila». Berlusconi annuncia l’ultima sua trovata nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri riunito nel capoluogo abruzzese. Davanti ai giornalisti, con accanto il ministro Tremonti, spiega i motivi della scelta. Nell’ordine, esprimere vicinanza concreta alle popolazioni colpite dal terremoto. Utilizzare i 220 milioni di euro necessari per il summit nei lavori di ricostruzione: senza contare quelli già investiti dalla Regione Sardegna. Eliminare lo spauracchio no global: «Non verranno qui a fare danni». Dare una immagine più morigerata del vertice ospitato: a La Maddalena l’evento sarebbe stato troppo sfarzoso, anche se appena una settimana fa lui stesso aveva constato con Guido Bertolaso che tutto procedeva «senza intoppi, secondo quanto programmato». Certo, la decisione dovrà essere sottoposta anche ai governi degli altri paesi partecipanti: gli stessi le cui delegazioni avevano già dato l’ok per La Maddalena. Tutto da rifare, anche se non sarà facile. L’Inghilterra fa sapere di essere d’accordo, e in ogni caso deve essere il paese ospitante a decidere la location. Più tiepidi gli Stati Uniti di Barack Obama: «Teniamoci in contatto», dicono dalla Casa Bianca. Perplessa la cancelliera tedesca Angela Merkel: G8 e misure di sicurezza non si improvvisano, è il messaggio che arriva dalla Germania. Significa che in ogni caso il Cavaliere ne uscirà pulito: nel caso lo spostamento non possa avvenire – i problemi tecnici, logistici e organizzativi sono enormi: basta pensare che sino a due mesi fa si parlava di ritardi anche nell’arcipelago maddalenino, figurarsi in un’area appena colpita da un sisma – lui sarà quello che ci ha comunque provato. Vuoi mettere la valenza mediatica dell’operazione? Che è studiata, mica una semplice boutade. L’idea sarebbe stata proprio di Bertolaso, che da capo della Protezione civile e commissario straordinario del G8 dovrebbe avere ben chiara la situazione. Il suggerimento a Berlusconi era arrivato praticamente all’indomani del terremoto di inizio aprile. Ci sarebbe già la location, cioè la caserma sede della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di finanza nella frazione di Coppito: ospiterebbe i lavori e i giornalisti, mentre le delegazioni potrebbero alloggiare nei dintorni oppure a Roma, per spostarsi verso l’Abruzzo in elicottero. Tutto molto dettagliato e talmente riservato da essere sconosciuto a molti dei ministri presenti alla riunione. Ma tutti pronti ad accettare il diktat del premier, con dichiarazioni entusiastiche. In ogni caso la proposta di Berlusconi aveva già trovato la sponda in Dario Franceschini, segretario nazionale del Partito democratico: «Capisco che la scelta è molto simbolica e capisco pure che contribuirebbe a tenere accesa l’attenzione sull’Abruzzo: spero che il governo valuti le conseguenze e che trasferire il G8 a L’Aquila non ostacoli né intralci l’esigenza di superare l’emergenza e di iniziare la ricostruzione». C’è quello del capo dell’opposizione e quello di Pierferdinando Casini, ma anche il sì di Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil. Tutti, dai politici ai sindacati, in totale disaccordo con le prese di posizione dei partito e delle segreterie nell’isola. Il punto è che la Sardegna, in tutta questa storia, c’entra poco poco. Vittima dello scippo, in sostanza, senza voce in capitolo. L’esempio è quello del governatore: Ugo Cappellacci è praticamente l’ultimo a parlare con Berlusconi. Lo farà nel pomeriggio, al telefono. Il premier aveva già spiegato ai giornalisti che a La Maddalena si terrà il G8 sull’ambiente, probabilmente in settembre: «Non ho avuto modo di avvertirlo», spiega il capo del Governo, «e mi scuso con lui». Non che avrebbe trovato una grossa resistenza, in ogni caso. I dubbi del numero uno di viale Trento si sgretolano con il passare delle ore, sino alla dichiarazione conclusiva: «Siamo lieti e orgogliosi di dare il nostro contributo per aiutare l’Abruzzo. Bisogna spogliarci dell’egoismo perché io credo che di fronte ad un dramma come quello che è stato vissuto da quelle popolazioni, dobbiamo essere tutti pronti a dare il nostro aiuto concreto in termini di solidarietà». C’è anche l’altro lato della medaglia: «Se questa decisione diventerà operativa, devo ritenere che gli investimenti che sono stati fatti in Sardegna rimangono un patrimonio dell’isola. Il G8 era importante per noi perché consentiva la realizzazione di importanti infrastrutture che, ovviamente, adesso devono essere completate». Però «abbiamo preso atto con grande preoccupazione e forte stupore delle decisioni adottate dal Governo. Un fatto improvviso, importante e inopinato».
Ugo Capellacci è stato eletto. Obiettivo raggiunto. Si rinizia per le prossime elezioni in Sardegna. Prossimo obiettivo: Rastrellare elettori in Abruzzo…Almeno così posso venire in Sardegna per fare le ferie in tutta tranquilità. O meglio un trasloco in Francia? Beh, resistiamo ancora un po’, prima poi qualcosa dovrebbe cambiare in Italia!Saluti da un tedesco in Italia.