La mia storia di emigrato con la Sardegna nel cuore: da Banari a Greenwich negli Stati Uniti

di Aurelio Piu

 

Mi sento un vero sardo nel mondo. Sono nato a Banari in provincia di Sassari nell’ormai lontano 1940. Ho conosciuto gli anni davvero difficili della Sardegna e li ho vissuti con una profonda tristezza d’animo. La parola che trasformava tutto in oro e magia era "lavoro". Quello che mancava nella nostra isola. Nel 1959, quando avevo soltanto 19 anni, insieme ad un gruppo di persone di Siligo e Banari, sono partito per il continente. Torino fu la prima meta, semplicemente perché era in quella grigia città che ho avuto la possibilità di cominciare a lavorare. Il mio primo contratto di lavoro che prevedeva anche un angusto alloggio era per la Snia Viscosa di Venaria Reale. Ho avuto l’opportunità di frequentare un corso di operatore per macchine utensili, la sera, terminato il turno lavorativo. Ho messo tutto me stesso e fra mille sacrifici sono riuscito ad acquisire la specializzazione a cui ambivo. I primi tempi a Torino sono stati molto duri. C’era grande discriminazione ed intolleranza nei confronti dei meridionali. Ho sofferto molto questa situazione lontano dalla famiglia. Sul lavoro ero continuamente sfottuto, costantemente con epiteti che spesso trascendevano nell’insulto più becero. Le mie gioie erano sempre legate al ritorno in Sardegna, in estate per qualche giorno di vacanza. Così sino al 1965. Quell’anno conobbi mia moglie accarezzati dal magico sole isolano. Lei era però residente negli Stati Uniti. Per più di un anno, cominciò una fittissima corrispondenza tra l’Italia e la lontana America. Ma oramai, lei aveva fatto breccia nel mio cuore. E nel 1966 ci sposammo a Greenwich dove vivo tutt’ora. Dal nostro splendido matrimonio, nacquero Anna Maria e Raffaele, che oggi sono a loro volta sposati con dei figli. Io dopo il trasferimento negli Stati Uniti, sono riuscito a trovare un’occupazione sempre come operatore di macchine utensili. Ho lavorato in una grande azienda americana, la Clairol che produceva tinture per i capelli e diversi tipi di shampoo. Il mercato era florido e il marchio competeva con grandi aziende coma l’Oreal di Parigi. Nel mio nuovo mondo al di là dell’Atlantico ho acquisito tanta esperienza professionale togliendomi parecchie soddisfazioni. Torino era davvero lontana. I nostri figli hanno avuto la possibilità di studiare. Oggi Raffaele è agente di borsa e Anna Maria lavora nel commercio immobiliare. Con mia moglie attualmente svolgiamo l’attività più bella della nostra vita: facciamo i nonni a tempo pieno, visto che siamo in pensione. Spesso abbiamo la possibilità di andare in Sardegna anche perché a Siligo con i risparmi di una vita, una piccola casa adibita per le vacanze, rappresenta il nostro gioiello. Abbiamo voluto piantare tre pali nel giardino dove sono sormontate tre bandiere: quella statunitense, quella italiana e, ovviamente, quella sarda. Questi drappi rappresentano ciò che è stata la nostra vita. Negli Stati Uniti siamo iscritti al circolo sardo "Shardana USA" e all’interno dell’associazione svolgo la mansione di consigliere nel direttivo. L’impegno di questo circolo è quello di far conoscere la nostra Sardegna in questo grande paese che a me, ha portato tanta fortuna.

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