di Massimiliano Perlato
Domenico Scala vive a Zurigo in Svizzera. Da tempo ha lasciato la sua Alghero. E da quando è in terra elvetica, l’impegno per le virtù dell’emigrazione sarda, è stato il suo "credo". Sessantaduenne, carismatico e caparbio, se nell’ambito professionale ha fatto strada in qualità di tecnico industriale specializzato, è altresì vero che il suo cammino nell’emigrazione organizzata è di primissimo piano. Dal 1992 ricopre l’incarico di vice Presidente della Consulta Regionale per l’Emigrazione. Per trent’anni, prima di lasciare il testimone alla giovane Francesca Fais, è stato Presidente della Federazione dei Circoli Sardi in Svizzera. Ciliegina sulla torta, a 39 anni è stato insignito dal Presidente Sandro Pertini, dell’Onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana. Quindi l’intervista in cui non potevamo esimerci di parlare di Sardegna.
All’indomani delle elezioni per la Presidenza alla Regione Sardegna si può tranquillamente affermare che per Cappellacci e la destra sarda si è trattata di una vittoria abbastanza netta. Che Sardegna erediterà dalla Giunta passata? Cosa i sardi non hanno compreso della gestione Soru tanto da negargli la fiducia per i prossimi cinque anni? È indubbio che Ugo Cappellacci erediterà una situazione al quanto difficile sia dal profilo economico e per l’elevato tasso di disoccupazione che va a incidere pesantemente in una larga fascia della popolazione e direttamente sul reddito di molte famiglie. In quanto a cosa non abbiano compreso i sardi della gestione, direi piuttosto che alla luce dei risultati del voto andrebbe analizzato ciò che i sardi hanno compreso della politica di Renato Soru. Soru ha dato un’impostazione autoritaria e dirigistica alla sua gestione, spesso mancando di modestia, rompendo equilibri di collegialità e di rispetto in seno alla maggioranza che lo ha sostenuto. Ciò lo ha portato a fare grossolani errori tanto sul piano progettuale quanto sull’impostazione della politica regionale. Questo è stato capito e non accettato dalla maggioranza dei sardi.
Alla luce degli eventi elettorali, nel dialogo con il popolo sardo, sarebbe più giusto affermare che "Soru ha tradito la Sardegna" oppure che "la Sardegna ha tradito Soru"? Quì non si tratta di affermare se Soru ha tradito la Sardegna o se i sardi hanno tradito Soru: a mio parere Soru ha semplicemente sbagliato l’impostazione politica creando forti dissensi anche all’interno della sua stessa maggioranza.
Dal punto di vista politico, quali sono i punti nevralgici su cui lavorare con più parsimonia per il futuro della Sardegna? Sul piano di un progetto politico teso a snellire le procedure burocratiche ed amministrative che bloccano ogni forma di sviluppo. Susseguentemente attivare politiche di rilancio dell’economia anche attraverso investimenti anti cilici regionali e nazionali, sulle grandi opere di cui necessita la Sardegna (energia, trasporti terrestri e ferroviari), in particolare per dare nuovi imput all’industria, al settore primario, dell’agricoltura, del turismo e dell’artigianato.
Pensare alla Sardegna, per molti significa anche pensare all’ambiente. Servitù militari, cementificazione, spauracchio nucleare: facciamo prima a preoccuparci oggi o a pentirci fra qualche lustro? Occorre essere realisti, i mali del mondo non si guariscono in Sardegna. La Sardegna è una delle regioni d’Italia più conservate dal profilo paesaggistico e ambientalistico. Ciò è dovuto all’attenzione che la classe politica sarda ha saputo dedicare, almeno in tale ambito, da decenni. Protezione dell’ambiente si, dunque, ma con criteri politici che siano basati sullo sviluppo compatibile e non con forme di integralismo ecologista che finirebbero per mortificare l’uomo e lo stesso ambiente in cui vive.
Anche in riferimento a quanto affermato da Cappellacci in campagna elettorale, come evolverà il rapporto Emigrati-Regione Sardegna? Auspico che Ugo Cappellacci tenga fede all’impegno assunto con gli emigrati e dia avvio a una nuova era nei rapporti Regione ed emigrati. Al momento un Ufficio per l’emigrazione che risponda direttamente al Presidente della Regione, così come da lui promesso, sarebbe un ottimo segnale di cambiamento nell’ottica di collegare all’Isola una sua grande risorsa.
Il cammino intrapreso con la Conferenza Internazionale di Cagliari dell’aprile 2008, come potrà essere approfondito? O verrà azzerato tutto? Alla conferenza di Cagliari sono state portate importanti proposte dal mondo dell’emigrazione. Si tratta solo di riprenderle ed è ciò che io auspico.
Mi viene da pensare all’ottimo dialogo instaurato con Romina Congera, l’assessore al lavoro della Giunta Soru. Ora per il mondo dell’emigrazione sarda si dovrà ricominciare tutto da capo. Lo ritengo
frustrante far comprendere ogni volta al politico di turno delle potenzialità del mondo migratorio organizzato. Avremo delle penalizzazioni a riguardo? Si potrebbero fare diverse considerazioni, ma se effettivamente dovesse cambiare il modo di fare politica cambierebbero, in positivo, anche i rapporti con gli emigrati e non si porrebbero problemi di sorta.
In riferimento alla domanda sopra.. non pensa che forse tutto il mondo dell’emigrazione sarda debba acquisire più visibilità potenziando il settore dell’informazione? Il mondo dell’emigrazione deve senz’altro acquisire una maggiore visibilità nel settore dell’informazione, direi anche a livello politico, ma ancor prima necessita di una maggiore coesione nella forza che rappresenta. Quando ci sarà questa tutto il resto verrà di conseguenza.
Ciao Max,passo per ringraziarti per il commento che mi hai lasciato un pò di tempo fa; mi ha fatto molto piacere quello che mi hai scritto. Sto girando poco questo periodo,ed è per questo motivo che non sono passata prima. Un caro saluto.:-)) faraluna
Gentile Signor Perlato, La ringrazio tanto per il Suo importante e qualificato Contributo nel dare tanta visibilità al nostro mondo. La disponibilità é stata reciproca e importantissima e sono certo che tutti noi sapremo valorizzare al meglio questi importanti momenti di collaborazione per assicurare vita lunga Al Suo e nostro Tottus in Pari. Cordiali saluti e a presto.