Dopo l'accordo tra Italia e Francia, per le nuove centrali si parla anche di Oristano

di Marco Murgia

 

Putin niet, Sarkozy oui. La traduzione è facile: si apre al nucleare. Per ora, genericamente, in Italia: in futuro chissà, anzi è probabile. Una delle quattro centrali da costruire entro il 2020,previste nell’accordo tra Sarkozy e Berlusconi, potrebbe essere realizzata Oristano. Il fatto non è nuovo. Il ministro Scajola lo aveva informalmente annunciato e in campagna elettorale Renato Soru lo aveva duramente attaccato su questo punto: «Scajola non ha il coraggio di dire, qui in Sardegna, durante la campagna elettorale, che la nostra Isola è già nella loro mappa di centrali nucleari». I fatti potrebbero dare ragione fin troppo tempestivamente all’ex presidente, sbugiardando ancora Berlusconi, che aveva escluso l’ipotesi di costruire una centrale in Sardegna. L’allarme suonava da tempo. Il nuovo governo era appena salito al potere e già il ministro Claudio Scajola annunciava il ritorno del nucleare in Italia. Allora, come oggi, bastavano due calcoli. Quello, già illustrato, sul territorio: ottima, la Sardegna, isolata e a rischio zero per i terremoti. E quello sulla convenienza, anche economica: nell’isola si produce già energia in esubero, esportata nelle zone industriali in deficit. C’era il rifiuto preventivo ma anche il sì al federalismo nucleare, dopo quello fiscale sbandierato dalla squadra di Berlusconi: più energia ma nelle aree in cui serve realmente. E possibilmente neanche dal nucleare, visto che l’accordo firmato «conviene solo ai francesi e intanto il governo nazionale in queste settimane sta perdendo tempo e occasioni per rilanciare il settore delle energie rinnovabili e del risparmio energetico, in campi su cui invece investono tutti gli altri Paesi europei e gli Usa di Barack Obama». In America, in quel periodo, il presidente era ancora Bush: e l’agenzia governativa Energy Information Administration chiariva che l’elettricità nucleare «è più costosa del 15% rispetto a quella prodotta con il gas naturale». Leggi metano, che in Sardegna arriverà dal 2012 grazie al metanodotto dall’Algeria: tutto senza contare i costi per lo stoccaggio delle scorie e quelli elevatissimi per l’eventuale dismissione degli impianti. Da maggio a oggi sono cambiate tante cose, in Sardegna. Al governo della Regione, dopo le dimissioni di Renato Soru e il voto anticipato di domenica scorsa, arriva il centrodestra con Ugo Cappellacci alla presidenza. Tutto al termine di una campagna elettorale in cui Berlusconi ha «messo la faccia», parole sue, e con lui tutti i ministri. Non a caso Sarkò si complimenta con il Cavaliere per «il successo incredibile in Sardegna». La conquista dell’isola, che non era riuscita neanche a Napoleone Bonaparte, è stata seguita all’Eliseo «con grande interesse, gioia e ammirazione». Sul fatto che a Roma pensino alla Sardegna restano pochi dubbi. Lo avevano già fatto nel 2003, con Berlusconi sempre alla guida del governo nazionale e il centrodestra, con Mauro Pili, di quello regionale: l’idea era quella di costruire nell’isola un sito di stoccaggio per le scorie. Fermata da una sollevazione popolare convinta e determinata, unica nella storia dell’autonomia sarda. Da allora a oggi le condizioni sono le stesse, con Berlusconi e il centrodestra saldamente in sella. In più c’è l’accordo con la Francia, in barba al referendum abrogativo del 1987 con cui gli italiani dissero no al nucleare.

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Un commento

  1. daniela putzu

    I sardi si meritano quello che sta per piombare in sardegna! LE CENTRALI NUCLEARI!!! Votano Cappellacci perchè dicono che Soru è antipatico, ma nel momento in cui chiedi loro di darti altre spiegazioni, di farti capire quali sono le cose tanto orribili che avrebbe commesso il governatore Soru rispondono “mi è antipatico! eppoi ha bloccato la costruzione di un centro commerciale!” Questi sono i Sardi, ma che sardi, SARDIGNOLI!!! Invece di pensare alle nuove ferrovie, invece di pensare ai 4 ospedali aperti, invece di pensare alla tutela ambientale, alle fonti rinnovabili di energia pulita, invece di pensare ai finanziamenti per le scuole; si sardignoli proprio così perchè mentre lo stato taglia i fondi alla scuola soru stava aiutando finanziando i progetti con tanti soldini per far studiare i vostri figli sardignoli che vanno nei centri commerciali a passare le serate del sabato sera. Vergognatevi anche voi che abitate lontani dall’isola, che date il vostro sudore e sacrificio al bene di un’altra regione e che poi vi lamentate se dovete pagare le seconde case in Sardegna, e magari pagate in più le tasse del comune di chi vi ospita perchè non siete residenti. Vedi Varese! Ma è Soru che fa i suoi interessi, non il plurindagato che avete fatto salire al governo, si sardignoli vi meritate la distruzione della Nostra isola. UNA VERA SARDA!

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