Eluana, che l'ultimo viaggio ti sia leggero dopo i troppi oltraggi infami

di Francesca Madrigali

 

Mi ricordi il mare, perché è in uno spazio come quello che vorrei vederti muovere, nuotare, chissà che riflessi su quei capelli straordinariamente neri: non ti ho mai conosciuta, ma dal quel sorriso fiducioso che hai nelle foto capisco per certo che ti piaceva, il mare.

Mi fai venire in mente anche le piante, una foresta, un uccello che vola, perché probabilmente sei già lì, fra il cielo e la terra, sospesa e credo svolazzante, e spero anche non troppo appesantita in questo tuo volo dalle chiacchiere inutili, dagli sproloqui offensivi, dalla manipolazione del tuo involucro corporeo da cui, sono sicura, ti sei già staccata da tempo. Ma gli altri rimangono, alcuni ti guardano come ad un esempio, e solo questo, vedi, mi consola della tremenda ingiustizia a cui sei sottoposta, e del dolore che hanno provato e che provano quelli che sono rimasti, ancora oggi in balìa, semplicemente, del più vile sciacallaggio politico e mediatico.

Potrai essere un esempio, come quelli che prima di te hanno sopportato l’oltraggio di essere privati della loro libertà, dei diritti sul loro corpo, di sentirsi parlare addosso tutti: vescovi, medici, politici, perfino una perfetta sconosciuta che con te, e prima di te con Piergiorgio Welby, Giovanni Nuvoli, ma anche Terry Schiavo, ha capito cosa significa l’espressione "sentire stringersi il cuore".

La tua storia – che orrore sentire dire "il tuo caso"- ci ha insegnato ancora una volta come sia incivile il paese in cui viviamo, nel quale chiunque è autorizzato a utilizzare parole come "omicidio" a caso, e nel quale chiunque può impunemente dire la sua sulla vita di un altro, perfino fare ciò che crede sia giusto della vita di un’altra persona.

Come se le parole e i pensieri che hai detto nella tua vita vera non contassero nulla, così come è accaduto a Welby e Nuvoli: è questo, credo, l’oltraggio, oltre al fatto che tu e i tuoi familiari non avete avuto diritto a riservatezza, privacy, nessuno che abbia creduto alle vostre parole, così come anche Piergiorgio e Giovanni erano schiavi delle decisioni degli altri sulla propria vita. Un’altra cosa ci insegna: che dobbiamo accettare l’inaccettabile eventualità di morire, e prepararci per tempo, ognuno come crede. Se ci è permesso di farlo, possibilmente con dignità e con la certezza che la nostra volontà verrà rispettata e non discussa come fossimo al mercato del pesce.

Cara Eluana, quanta tenerezza per quel sorriso aperto cristallizzato in una foto: non saprei proprio dire perché mi ricordi le foglie verdi degli alberi, ma è comunque una bella idea, no? Spero che finalmente il viaggio che stai compiendo si alleggerisca, e giunga a un punto che da molti è visto come una meta, ma voglio credere che per te, la tua famiglia e magari pure il resto di questa Italia un po’ pavida, ostaggio di prepotenze non volute, potrebbe essere un nuovo inizio.

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4 commenti

  1. Sono convinto che è questo il ricordo che Eluana ha sempre desiderato lasciare di sé a tutti quelli che hanno imparato ad amarla.

    Hanno “cannibalizzato” la sua breve vita, e la sua lunga morte, fino a farne “un caso”.

    Una indegna azione di sciacallaggio per fare del proselitismo politico e religioso.

  2. Grazie. E’ molto importante, comunque la si pensi, riflettere insieme sulla vicenda di Eluana Englaro, almeno possiamo pensare che tutto l’accanimento cui è sottoposta abbia un senso. Solo una piccola precisazione: l’articolo è tratto da L’AltraVoce.net.

  3. è un gran bel pensiero il tuo…

  4. Itaila un po’ pavida? Italia cacasotto!
    Bel post.
    Ciao.

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