"Ali di babbo": l'ultimo romanzo di Milena Agus

di Flavio Soriga

 

E’ da molti anni che gli scrittori sardi parlano e scrivono d’ambiente, in molti modi, nei loro romanzi e sui giornali dell’Isola. Da Giulio Angioni a Giorgio Todde, da Luciano Marrocu a Salvatore Niffoi, fino ad arrivare a Milena Agus, scrittrice cagliaritana dall’incredibile successo di pubblico e dalla leggendaria timidezza, sempre un po’ impacciata, molto poco glamour, ma capace di trovare in poche parole il cuore delle cose. Anche se è difficile, d’acchito, sostenere che Agus sia un’autrice impegnata politicamente, l’ultimo suo libro, senz’altro, lo è: nella sua finta ingenuità, nel suo tono lieve e quasi infantile, "Ali di babbo" è un romanzo ambientalista, cioè politico al massimo grado, soprattutto in un’isola, la Sardegna, in cui l’ambiente è diventato, negli ultimi anni, e di nuovo nelle ultime settimane, il tema dei temi della battaglia politica. Nel romanzo una signora strampalata, che tutti chiamano Madame, è proprietaria di un terreno di fronte a una spiaggia bellissima che lei coltiva a verdura, e che non vuole vendere agli speculatori. Ed ecco il bivio, il dilemma esistenziale, la grande questione politica: è facile essere ambientalisti in generale, ma davanti alla possibilità, reale, concreta, di guadagnare una cifra folle sacrificando in cambio un pezzo di natura incontaminata, sapremmo tenere ferma la nostra posizione? Il personaggio di Agus lo fa, con leggerezza e animata da una convinzione profonda, del tutto demodè: che non siano cioè i soldi a fare un uomo o una donna felice, e che distruggere una spiaggia è un gesto che farà del male a tutti, per sempre. Dalla Deledda a oggi, forse è questo una delle più evidenti, spettacolari trasformazioni della Sardegna, e del racconto di questa terra: la consapevolezza, cioè, che la natura, per secoli matrigna e pericolosa, è oggi fragile, in balia della potenza dell’uomo, della sua avidità, delle sue scelte. Se la narrativa non deve (e forse non può) dare risposte definitive, sposare posizioni politiche, diventare la voce di un partito o di un uomo politico, è però indubbio che gli scrittori hanno conquistato in questi anni, in Sardegna, un pubblico attento, e che su questo punto sono stati quasi costretti a interrogarsi, e a dire la loro: su cosa, cioè, la Sardegna rischia dalla furia edilizia, su quanto la bellezza straordinaria del nostro mare può diventare un pericolo per una sorta di colonizzazione dei nostri villaggi sulla costa, su cosa possiamo aspettarci dal turismo, e dai turisti, e su quale modello di sviluppo economico sia più adatto alla nostra terra lontana dal continente, perfettamente dentro il mondo contemporaneo ma splendidamente antica nei paesaggi e nei silenzi. Sono temi enormi, e non riguardano solo la Sardegna: ci sono molte Madame in giro per l’Italia, davanti a un bivio, decise a tenere duro, a non cedere i propri ideali per del denaro. O almeno è importante sperare che esistano davvero, delle Madame, e che qualcuno sarà capace, politicamente, di far sentire che la loro resistenza ha un senso, nella realtà ancora più che nei romanzi.

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