di Paolo Pulina
Per tre giorni a Bitti (13, 15 e 16 novembre 2008) e per un giorno a Nuoro (14 novembre) Giorgio Asproni, il combattivo deputato della Sinistra storica prima nel Parlamento subalpino poi in quello del Regno d’Italia, è stato al centro di un convegno internazionale di altissimo livello, che ne ha scandagliato la figura e l’opera nella ricorrenza del bicentenario della nascita. Le quattro giornate di studio su questo illustrissimo figlio di Bitti (è nato in un giorno antecedente quello del battesimo, certificato per il 6 dicembre 1808), personaggio eminente dell’epopea risorgimentale, hanno fatto seguito a un convegno del 1979 (a Nuoro), a uno del 1992 (a Cagliari) e a due ultimi incontri (Bitti-Cagliari, 2006; Pavia, giugno 2008, per iniziativa del Circolo culturale sardo "Logudoro") i cui atti sono stati pubblicati in tempo utile per essere presentati proprio a Bitti, in quest’ultima prestigiosa occasione. Questo recente appuntamento in onore di Asproni aveva per titolo "Giorgio Asproni, una vita per la democrazia" ed è stato promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna nel quadro della valorizzazione dei protagonisti della storia e della cultura isolana fortemente voluta dall’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Maria Antonietta Mongiu. Alla realizzazione dell’evento hanno dato un fondamentale apporto il Comune di Bitti (in testa il sindaco Giuseppe Ciccolini) e il Comitato di Cagliari dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano (a cominciare dal suo infaticabile coordinatore, Tito Orrù, dell’Università di Cagliari) che hanno potuto usufruire della collaborazione della Provincia e della Camera di Commercio di Nuoro, dell’Istituto Etnografico della Sardegna (ISRE, con sede a Nuoro), della Fondazione Banco di Sardegna, della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Cagliari e della Facoltà Teologica della Sardegna (anch’essa con sede a Cagliari). Nel pomeriggio del 13 novembre, a Bitti, dopo i saluti delle autorità amministrative (sindaco Ciccolini e assessore regionale Mongiu) e scientifiche (Tito Orrù) già citate, la prima sessione dei lavori, presieduta da Luigi Lotti (dell’Università di Firenze, presidente dell’Istituto Storico Italiano dell’Età moderna e contemporanea) ha delineato il ruolo di Asproni nella vita politica e culturale italiana ed europea del suo tempo. Giovanni Pirodda, dell’Università di Cagliari, ha parlato della formazione classicistica di Asproni (nella sua biblioteca erano presenti opere di classici sia della letteratura italiana sia soprattutto di quella latina come Tacito, Sallustio, Orazio che hanno influenzato il suo modo di descrivere i personaggi sotto il profilo fisico e psicologico), dei suoi rapporti con gli intellettuali e politici del suo tempo (Angelo Brofferio, Lorenzo Valerio, Francesco Domenico Guerrazzi) e del suo giudizio negativo sul Manzoni, visto come rappresentante del moderatismo. Stefano Pira (anche lui dell’Università di Cagliari) ha svolto una relazione tesa a dimostrare che Asproni è stato "un borghese intriso di un senso profondo di democrazia" mentre Giuseppe Monsagrati (dell’Università La Sapienza di Roma) ha illustrato l’oscillazione dei rapporti di Asproni con Urbano Rattazzi, di cui è stato ora amico, ora oppositore. Alle relazioni hanno fatto seguito due interventi collegati alla mostra iconografica e documentaria su Asproni distribuita tra Bitti e Nuoro: Paolo Piquereddu, direttore dell’ISRE di Nuoro, ha illustrato "il lascito asproniano all’ISRE; dai manoscritti alle opere a stampa" mentre il docente bittese Giulio Albergoni ha riferito su "Asproni nei ritratti e nella fotografia". Ha chiuso la giornata un applaudito concerto dei Tenores di Bitti Gruppo "Remunnu ‘e Locu". Nell’intera giornata del 14, come si è detto, il convegno si è svolto a Nuoro, presso il centro congressi dell’ISRE. Nella sessione della mattina, dopo i saluti del sindaco di Nuoro Mario Zidda e del presidente dell’ISRE Emilio Asproni, sotto la presidenza di Tito Orrù, le relazioni si sono concentrate sull’azione del deputato Asproni al Parlamento subalpino e sul suo impegno democratico e mazziniano a Genova. Per quanto riguarda il primo aspetto, Adriano Viarengo, del comitato di direzione della "Rivista Storica Italiana", ha esemplificato i due volti della Sinistra al Parlamento subalpino mettendo a confronto due figure: il sardo Asproni e il torinese Lorenzo Valerio (di quest’ultimo Viarengo sta curando la pubblicazione dei ricchissimi carteggi). Le amicizie genovesi di Asproni sono state approfondite da Francesca Corte Enna, della Fondazione "Giuseppe Banchieri" di Ventimiglia. Maria Corona Corrias, dell’Università di Cagliari, che nel 1983 ha dato alle stampe una fondamentale ricerca intitolata "Il canonico ribelle: pensiero politico e sentimento religioso in Giorgio Asproni", ha trattato dell’amicizia di Asproni con la scrittrice Dora d’Istria, pseudonimo letterario di una principessa romena di origine albanese, ed ha esaminato le innovatrici idee di Asproni in materia di "questione femminile". Le attività di Asproni in Sicilia coi Mille e nei primi anni Sessanta nell’isola sono state oggetto dello studio di Andrea Noto, dell’Università di Messina. Ha avuto quindi luogo il primo dei due seminari di studi che hanno voluto proporre ricerche e didattica su Asproni parlamentare, giornalista e memorialista. Con il coordinamento di Delio Caporale, preside del Liceo classico "Asproni" di Nuoro, alcuni studenti hanno riassunto, con l’ausilio anche di un filmato, il lavoro collettivo svolto da un gruppo di studio. Sono stati quindi presentati i risultati conoscitivi scaturiti dalle ricerche del Gruppo di studio Asproni, organizzato come seminario permanente nell’ambito del corso di storia contemporanea della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Cagliari, diretto da Giuseppe Continiello e da Nicola Gabriele. Oggetto di quest’indagine sono stati gli scritti giornalistici di Asproni per il giornale "Il Pungolo" di Napoli (dal 1871 al 1876). Riccardo Delussu e Matteo Mazzuzzi hanno riferito su come Asproni ha affrontato sul giornale la questione sarda, e i temi correlati dell’autonomia e del federalismo. Claudio Ortu ha individuato nelle "Lettere da Roma", che si riferiscono al potere e alla politica di quasi un secolo e mezzo fa, un messaggio ancora attuale per i giovani: la possibilità (in cui credeva Asproni) di attuare nella realtà politica gli ideali di libertà, di eguaglianza e di giustizia. Andrea Mura ha analizzato i testi per "Il Pungolo" in cui Asproni informa e riflette sulla sua attività di parlamentare. Il deputato sardo, che è votato alla probità, al senso della giustizia, all’amore per la patria, che non manca a nessuna seduta, che è sempre informato sui temi all’ordine del giorno, attribuisce grande valore alle istituzioni, contro ogni tipo di "tresca segreta". A chiusura della mattinata le comunicazioni di Gesuino Piga e di Paolo Pulina, presidente e vicepresidente vicario del Circolo "Logudoro" di Pavia: il primo si è occupato dei rapporti dei pavesi fratelli Cairoli con la Sardegna, auspice Asproni; il secondo, che ha trascritto in maniera corretta e completa il carteggio fra Asproni e il canonico Giovanni Spano, si è soffermato sui rapporti fra i due grandi intellettuali sardi dell’Ottocento. Il pomeriggio nuorese del convegno asproniano è stato presieduto da Giovanna Cerina, dell’Università di Cagliari. Marinella Ferrai Cocco Ortu, direttore dell’Archivio di Stato di Cagliari, ha dimostrato come il sentimento dell’amicizia abbia trionfato nel quarantennale sodalizio fra Giorgio Asproni e Giovanni Siotto Pintor al di là delle divergenze politiche e della diversa collocazione parlamentare. Affinità e discordanze in materia di libertà e di federalismo fra Asproni e Giovanni Battista Tuveri sono state argomentate da Francesca Pau, dottoranda presso l’Università La Sapienza di Roma. Secondo la Pau, Tuveri, l’uomo del Pensiero, e Asproni, l’uomo dell’Azione, pur avendo temperamenti e percorsi di vita differenti, si trovarono concordi nei rimedi da opporre alla disfunzione del sistema unitario, il pernicioso centralismo. Il federalismo e l’autonomia sono per loro non solo una questione d’istituzioni democratiche, che coinvolgono immediatamente la natura dello Stato, ma soprattutto una questione di classi dirigenti, la possibilità che esse riescano ad avvicinarsi alla concretezza storica e sociale delle diverse situazioni che caratterizzano il Paese. Lo studioso bittese Diego Carru, del comitato organizzatore delle celebrazioni del bicentenario della nascita di Asproni, ha illustrato partitamente i rapporti tra il bittese Asproni e il compaesano, anche lui emigrato, Giuseppe Musio, importante magistrato e poi senatore del Regno d’Italia. Raffaello Puddu, presidente dell’associazione "Cesare Pintus" di Cagliari, ha messo in luce il repubblicanesimo di Giorgio Asproni e dei democratici sardi. Nel terzo giorno dei lavori, di nuovo a Bitti, studiosi dell’Università di Salerno, a cominciare dal presidente di sessione Luigi Rossi, si sono occupati dell’attività giornalistica e della militanza di Asproni a Napoli dopo l’Unità. Roberto Parrella ha analizzato la direzione di Asproni al "Popolo d’Italia" negli anni 1864-1865 mentre Luca Castagna ha informato sui modi in cui nel giornale diretto da Asproni venissero trattate diffusamente le questioni statunitensi. Graziano Palamara ha esaminato i rapporti di Asproni con i democratici napoletani mentre Alfonso Conte ha indagato il sodalizio fra Asproni e il deputato Giovanni Nicotera negli anni Sessanta dell’Ottocento. È seguita quindi, a cura degli studenti del Liceo scientifico "Michelangelo Pira" di Bitti, coordinati dal vicepreside Gino Calvisi, una rappresentazione teatrale intitolata "Visita a Bitti del deputato Asproni" ispirata a "Un’intervista immaginaria ad Asproni" scritta da Carlino Sole nel 1982. Nel suo intervento Manlio Brigaglia ha sottolineato la necessità che siano conosciuti i grandi personaggi del passato: a Bitti, se Asproni è la figura simbolo dell’Ottocento, per il Novecento bisogna adeguatamente valorizzare l’originalità di un intellettuale come Michelangelo Pira. Per quanto riguarda Asproni, nel documento straordinario costituito dal suo Diario politico (1855-1876), egli era manifestamente scontento delle storture che affliggevano la Sardegna e biasimava il vizio antico dell’indolenza. Nonostante tutto però, come capita agli emigrati, anche da lontano, Asproni non ha cessato mai di amare la sua isola, alla quale augurava un futuro migliore, frutto dell’impegno dei residenti. Nel pomeriggio, sotto la presidenza di Giuseppe Monsagrati, hanno occupato la scena due studiosi stranieri: Jean-Yves Fretigné, dell’Università francese di Rouen, ha esaminato le pagine del Diario asproniano in cui sono riportate le sue impressioni relative a un soggiorno parigino. Per Fretigné queste notazioni sono un documento sulla Parigi che vede all’opera il barone urbanista ristrutturatore Haussmann (la modernità industriale si intreccia con la decadenza morale); sono una testimonianza sull’emigrazione italiana a Parigi all’epoca della Guerra di Crimea (1854-1856); documentano l’influenza che il mazzinianesimo ha determinato sulla cultura politica di Asproni, nel modo di concepire la storia, nel modo di porre l’iniziativa italiana a confronto della iniziativa francese. Walter Scoeneberger si è soffermato sui rapporti fra Asproni e il conterraneo ricchissimo imprenditore Giovanni Antonio Sanna. Hanno chiuso il terzo giorno dei lavori le relazioni di Ugo Carcassi, già preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, che ha delineato un profilo psico-fisico di Giorgio Asproni; di Anna Maria Isastia (Università "La Sapienza" di Roma) che ha proposto un’analisi del programma politico e delle finalità etiche nei rapporti di Asproni con il "fratello" massone Giuseppe Mazzoni; di Aldo Borghesi, dell’ISSRA di Sassari, che ha illuminato la figura di Pietro Paolo Siotto Elias, primo biografo di Asproni; e della giornalista Simona De Francisci, che ha ricordato i familiari e i parenti che Asproni cita nel suo Diario. Al cine-teatro Ariston le luci si sono spente in serata dopo un’applaudita performance dei Tenores di Bitti Gruppo "M. Pira". La mattinata conclusiva a Bitti è stata caratterizzata da due momenti. Il primo è stato quello della presentazione di un consuntivo delle ricerche e degli studi su Giorgio Asproni e i suoi scritti (con interventi dei bittesi Bachisio Bandinu, presidente della "Fondazione Sardinia" di Cagliari, e Raimondo Turtas, dell’Università di Sassari; di Paolo Piquereddu, direttore dell’ISRE di Nuoro; di Gavino Angius, dell’Associazione Giorgio Asproni di Cagliari; di Gino Calvisi, vicepreside del Liceo "M. Pira" di Bitti; di Giuseppe Continiello e Nicola Gabriele, dell’Università di Cagliari. Nel secondo momento, a chiusura in bellezza di una stimolante e sempre partecipatissima "quattro giorni" di studi, dopo la relazione di Domenico Selis, dell’Università di Cagliari, su "La Sardegna nel cuore: Asproni attento osservatore delle cose grandi e delle piccole", il palco è stato giustamente riservato ai principali artefici di questo importantissimo convegno asproniano (come Asproni appartengono alla categoria dei "non flectar"): Luigi Lotti, infaticabile cultore di ricerche asproniane; Tito Orrù, insostituibile promotore di convegni di studi asproniani; Giuseppe Ciccolini, sindaco di Bitti, deciso a scavare fino in fondo il giacimento culturale (importante per il paese natale, per la provincia di Nuoro, per l’intera Sardegna, per tutta l’Italia, ma anche per l’Europa e per l’Oltreoceano) costituito dal lascito del grande bittese Giorgio Asproni, che sicuramente, spendendo la sua vita per la democrazia, sulla terra è passato tutt’altro che leggero.